di Mario Menicagli

LIVORNO. È piombato su di noi, forse non proprio inaspettatamente, ma con un impatto imprevedibile anche per i più accaniti pessimisti, questo periodo della nostra vita che ci ha costretto a cambiare rotta, che ci priva di gran parte del calore umano, della luce del sole, delle nostre attività fondamentali, ludiche o professionali ma che, come ogni situazione anomala, può darci spunti di grande riflessione. Da più di quaranta giorni vivo, come molti, in perfetta solitudine nella mia casa nel pieno centro cittadino facendo i conti con una quotidianità fino ad adesso per me ignota; serate in casa (da due anni e mezzo non ce ne passavo una che fosse una), totale assenza della linfa vitale degli eventi calcistici, impossibilità di vedere amici, parenti e conseguente impossibilità di svolgere gran parte della mia professione. Ad essere sincero, non ho mai dedicato un minuto di questo periodo a imprecare sulle personali conseguenze economiche, professionali e sociali che la situazione mi ha portato e nella quale probabilmente mi trascinerà. Troppo forti le immagini e le dolorose notizie che giungono per dedicare il mio pensiero al mio limitato e piccolo orticello. E neanche un minuto ho dedicato a seguire teorie complottiste o anticomplottiste di affermati o sedicenti virologi o economisti.

Ma ‘a nuttata la dobbiamo passare e io l’ho fatto dedicando ore di sonno e di riposo in quantità per me impensabile in tempi normali. Il resto l’ho sprecato (per citare George Best), con oltre duecento ore impiegate per la stesura di un’opera lirica buffa dedicata a questo periodo: Dé relitti e delle quarantene, scritta con l’amico poeta Lido Pacciardi; ad un po' di attività fisica, alla visione di film, a studiare un po' di partiture, alla Settimana Enigmistica (che mi ha consentito l’ora d’aria settimanale destinazione edicola) e a tentare di colmare imperdonabili lacune di lingua inglese. Il tutto per realizzare che il tempo non basta mai. Detto questo mi auguro di tirare presto una riga definitiva su questo terribile momento e la parola terribile come avrete capito non la spreco certo per me; una riga che ci aiuti a riflettere e pensare a chi riempie ogni giorno della propria vita con privazioni di ogni tipo, in ogni parte del pianeta. Solo così potremo tornare a sorridere e raccontarci davvero che non tutti i mali vengono per nuocere.

Pin It