di Marta De Sandre
Caro amico adesso nelle polverose ore senza tempo della città quando le strade si stendono scure e fumanti nella scia delle autoinnaffiatrici e adesso che l'ubriaco e il senzatetto si sono arenati al riparo di muri nei vicoli o nei terreni incolti e i gatti avanzano scarni e ingobbiti in questi lugubri dintorni, adesso in questi corridoi selciati o acciottolati neri di fuliggine dove l'ombra dei fili della luce disegna arpe gotiche sulle porte degli scantinati non camminerà anima viva all'infuori di te.
A vivere nei putridi sobborghi di Knoxville, in una casa galleggiante sul limaccioso fiume Tennessee sopravvivendo della pesca di pesci gatto, Cornelius Buddy Suttree ci è arrivato per scelta. Non sapremo mai i motivi che l'hanno spinto a lasciare una vita ordinaria e “pulita” per immergersi in un mondo di disperati, rifiuti sociali di una città in decadimento.
Tuttavia non ce lo chiederemo mai, pagina dopo pagina ci renderemo conto che Suttree è lì semplicemente perché quello è il suo posto anzi perché non c'è nessun altro posto. Mc Carthy non ci porterà mai a conoscere il lato buono di Knoxville, resteremo per oltre 500 pagine nella “dark side”, immersi nel degrado dove “solo le forme primitive sopravvivono”.
In questo scenario grigio e maleodorante si intrecciano vite e storie, personaggi indimenticabili e situazioni grottesche che Suttree vivrà con la leggerezza data, non già dall'arrendevolezza nei confronti della vita, ma piuttosto dalla volontà di lasciarsi vivere in un'esistenza priva di convenzioni ed obblighi sociali.
Sarà accompagnato dal “topo di campagna” deciso a trasformarsi in “topo di città”, Harrogate lo stupratore di angurie, uno dei personaggi più riusciti e veri dell'intera produzione letteraria di Mc Carthy.
Tutto quello che di buono e cattivo c'è in Suttree è innato, Suttree siamo noi spogliati di tutto il superfluo, noi quando non siamo costretti a “fare la cosa giusta”, noi quando regrediamo (o ci eleviamo?) a forma primitiva.
Lo stile narrativo è particolarissimo, il vocabolario ricco e le descrizioni minuziose con una potenza evocativa di rara intensità, nulla a che vedere con la prosa scarna ed asciutta che ritroveremo ne “la strada” o in “non è un paese per vecchi”.
“Com'è vero che i morti sono oltre la morte. La morte è ciò che i vivi si portano dentro. Uno stato di angoscia, come un'inquietante anticipazione di un ricordo amaro. Ma i morti non hanno memoria ed il nulla non è una maledizione. Tutt'altro.”
“Una vecchia scritta su una vecchia insegna diceva vagamente che era vietato entrare. Qualcuno doveva averla girata perché indicava il mondo esterno. Tuttavia lui proseguì. Dicendosi che era solo di passaggio.”